martedì 24 dicembre 2013

La neve cade e cade pure il mondo

E finalmente è quasi arrivato anche questo Natale, la mia festa preferita da sempre.
C'è un dettaglio non irrilevante stavolta. Che però non ho interesse a ricordare, nonostante avessi scritto nel post precedente che dimenticare non era possibile e neanche utile.

Ma adesso che le cose sono cambiate, che sono andate in un certo modo che non vale la pena riportare qui (ma conoscendomi non lo avrei fatto a prescindere, o comunque non sarei entrata in quei dettagli necessari per capire tutta la storia) mi accorgo che le cose negative riescono benissimo a nascondere quelle positive.

E non è assolutamente un male, in questo momento, perché solo così mi sono liberata da quella morsa quasi asfissiante che faceva urlare i miei sensi di colpa.

E quindi adesso sono finalmente punto ed a capo.
Via da tutti i problemi e davanti a qualcosa che non mi spaventa; che è come ho sempre sognato e forse anche meglio.

Ed allora, anche se l'atmosfera Natalizia l'ho avvertita sicuramente in modo maggiore gli altri anni, sono felice più che mai. Con tutti i pezzi nel posto giusto, con una parete che posso riempire come voglio e con i colori che più desidero, anche quelli 'troppo accesi, che dirà la gente?'.

E' semplicemente questo il mio mondo, tra le stelle, senza limiti.

Una buona Vigilia, a chi non è come neve..

mercoledì 18 dicembre 2013

Siamo proprio come tanti Icaro che dicono..

Ci sono dei buoni motivi per cui non ho scritto questo post nell'immediato. Assenza completa di lucidità.
Ma ce n'è uno più che valido per farlo comunque: non posso rischiare di dimenticare nulla.

Rischiare.
Era da un po' che valutavo una certa scelta. Un certo passo da compiere. Molto rischioso. Inaspettato. Ma forse giusto. Così poche sere fa ho guardato verso il burrone ai limiti del quale ero, e, nonostante la mia più che paralizzante paura del vuoto, mi sono buttata. Senza paracadute.
Mi sono buttata nonostante il mio cuore facesse le capriole e la mia testa mi chiedesse 'Sei sicura?'

Ma quella domanda me la sento ancora adesso, mentre cado, perché il volo è appena cominciato e non posso pretendere che l'atterraggio sia così immediato. Soprattutto valutando l'altezza dalla quale sono precipitata.

E come ben detto, sono senza paracadute, quindi posso solo ipotizzare come sarà l'arrivo. Mi schianto?Mi salva qualcuno?Atterro in piedi?Mi spuntano le ali un secondo prima di toccare terra?Vediamo.

Dimenticare.
Assolutamente, non si dimentica. Perché se mi volto conosco ancora bene i dettagli che si trovano prima del burrone. Conosco quel viso, quelle mani, quell'espressione. Conosco quella voce che mi ha accompagnato praticamente per tutta la mia adolescenza. Conosco quelle esperienze che ho vissuto tra quelle braccia; quelle lacrime che mi ha asciugato tante volte. Conosco quelle sere a litigare per chissà cosa.

Non dimentico. Mai fatto, mai farò. Perché non voglio, perché non posso, perché non serve.

Ed allora ieri sono tornata all'università, ho aperto porta di camera e ci ho trovato dentro foto, cuscini, pupazzi. E pensavo di poterli togliere senza problemi, così li ho lasciati li fino a dopo pranzo. Sicura e tranquilla ho cominciato dalle foto vicino lo specchio. Tutto ok. Finché non entra in camera la mia coinquilina, sta in piedi davanti a me, mi guarda, crollo.
Mi abbraccia, io forse troppo impacciata lascio fare.
Le chiedo 'e se ho fatto una cavolata?'
Risponde 'Lo sai solo tu. Se ci hai pensato non è una cavolata'

Allora asciugo le lacrime e rimuovo. Ho deciso che qualcosa la tengo. Non la restituisco. Tanto non la rivorrebbe.

Così la mia giornata mi lascia una strana sensazione addosso. Scrollo le spalle, ma ogni tanto torna.
Chiudo la porta, ho poche ore di sonno addosso. Ma non dormo lo stesso.
Tanto alle 23.30 sento la voce di Mary che chiama il mio nome. Sono indecisa, sono stanca per alzarmi, ma tanto non dormirei comunque.

Ed allora in pochi passi sono nella stanza accanto. E così ci sono cinque ragazze tutte in pigiama (di dubbio gusto, tra l'altro, eh, compreso il mio, ihih) che aspettano quello che poi è oggi per gli auguri a Mary.
Ed iniziamo a parlare del ragazzo dell'appartamento sotto che ha qualcosa di divertente per cui essere imitato; del fatto che oggi l'università è chiusa ed io e Mary non lo sapevamo, quindi viaggio inutile.
Abbiamo tentato il gioco della bottiglia, ma gli obblighi erano troppo poco fattibili, quindi al primo giro abbiamo rinunciato. D'altronde sarebbe stato davvero da vandale scendere in pigiama a suonare al tizio dell'agenzia e correre via. In piena notte.
Ma mezzanotte è giunta presto, anche in anticipo sull'orologio di qualche telefono, quindi per ottenere una media abbiamo fatto il conto alla rovescia e poi urla e applausi. Intoniamo la canzoncina di rito, e Mary imbarazzatissima sorride. Ci chiediamo se qualcuno si verrà a lamentare del baccano.

Poi rammentiamo che quelli su ne fanno abbastanza e spesso, quindi per una volta non daremo fastidio.

Ridiamo ancora ma il sonno è pesante, ci salutiamo brindando con l'acqua (cosa che porta malissimo, ma noi siamo oltre) e mi ritrovo ancora qui, sola.

Non ho proprio voglia di pensare, mi addormento quasi subito, ed è meglio così.
Sogno strano, mi sveglio tardi, ma rimango ancora di più a letto.
Poi penso, valuto cosa scrivere su questo pezzo.

Alla fine mi accorgo che è venuto diverso da quello che avevo programmato, senza neanche accorgermene. E sorrido. In fondo è come prima che saltassi dal burrone. Diverso da quello che programmavo e senza neanche accorgermene..

Sarà questo il bella della vita?

Una buona giornata, rigorosamente in pigiama, a chi non è come neve...


Tutti vogliono volare
ma quanti sono disposti a rischiare
di farsi male, cadere e ricominciare.
Tanti si accontentano solo di camminare
ma tappando le ali al cuore 
che cosa si vive a fare?

martedì 10 dicembre 2013

Porti le cicatrici ma nessuno le vedrà..

Oggi di nuovo in viaggio...
Ho visto il mare che vedo ogni settimana e quello che vedo ogni giorno da una vita.
Ho visto montagne che saprei disegnare a memoria.
Raggi di sole che indicavano chissà quale punto tra le onde.
Ho visto fumo trasparente che colorava le nuvole e che spariva lento.

Però ci ho visto tanto di più...Tanto, forse troppo, ma l'ho visto..
E poi ho imboccato una galleria, non troppo lunga, non troppo buia, ma che faceva tantissimo contrasto con il cielo chiarissimo che ci stava fuori. E quando uscendo l'ho visto, ho respirato.
Spontaneamente, senza neanche accorgermene. Ho respirato profondamente e mi è piaciuto.

Ho premuto play ed ho ascoltato una canzone che non ascolto neanche troppo spesso, molto vecchia, ma che conosco a memoria. 

Vorrei solo più silenzio, ma in quello che io faccio non si può, è buio pesto qua. Dormi e quindi niente, mi dico 'fai più presto' ma il rimorso è incandescente qua..
Molto buio, come in quella galleria che mi ha tolto il fiato e me lo ha ridato a pieni polmoni quando sono uscita. Forse perché l'ho vista inconsciamente come una metafora...
Cammino senza una grande visuale, incontro qualcuno dal senso opposto, non mi fermo, continuo a camminare e trovo la via d'uscita...ed appunto respiro..

...Vado controvento o resisto, non lo so. E gioco a piedi nudi sul fuoco e forse un altro assaggio qua potrebbe anche piacermi, ma investo e non guadagno..
...respiro mentre la mia pelle sta a contatto col fuoco, si brucia ma non smetto di ballarci su. Vedo il fumo ma non mi fermo. Fa un po' male ma continuo..

...e dopo..
..E dopo..

..Bendato cado nel vuoto, a picco a testa in giù. Sta quasi per piacermi, mi perdo naufragando..
..E dopo cado. Come in un burrone, proprio ad occhi chiusi ed all'indietro. Non penso, mi ci butto e basta. Sento i brividi del vento mentre vado giù..

..Nelle cose che non dici, quelle della notte. Un po' te ne vergogni, nascoste ma le fai..Ne parli con gli amici ma rimangi tutto a volte..
..vado giù ed atterro nelle cose che tengo per me. Nelle parole che non dico mai, in quelle che tengo nascoste. Che un po' mi fanno da paracadute..che un po' mi attutiscono la caduta..Quelle che a volte accenno ma che rimangono sospese nell'aria; che si vedono solo di sfuggita, controluce e se si aguzza bene la vista..

...Porti le cicatrici ma nessuno le vedrà..
...E se si mette bene a fuoco qualche cicatrice la si scorge, ma magari no. Magari rimane coperta finché non la mostro io. O forse la nascondo anche a me. Non serve vederla per capire che c'è..E va bene anche così..Ed oggi ci pensavo. Mi hanno detto che i miei occhi non si portano dietro alcun segno..

..Ci pensi e non lo ammetti ma arriva e corre forte qua, il mio cervello svalvola, è malato o chi lo sa. E provi col Vangelo ad asciugare le tue colpe che neanche il fazzoletto che usi sempre assorbirà..
..Ma le colpe..quelle si che lasciano sempre un segno, anche se invisibile agli altri. Ma non esistono modi per mascherarli a te stessa. E quindi devi imparare a conviverci.. li tieni e insegni ai tuoi occhi a guardarli senza che ti facciano più male..

..Ed apri pacchi d'affetto, mandandoli giù d'un botto. Cerchi un Purgatorio virtuale, al tuo non riuscire ad amare. Riavvolgi il tuo Dio dell'amare, per cui tu continui a pregare nel buio più angusto e più stretto di ciò che non hai mai detto, e calano le ombre...
..e quando senti che non ce la fai più, che ti si chiudono le palpebre da sole, ti rifugi nel buio. Non devi ammettere niente a nessuno, li, se non c'è luce non devi guardare nulla. Sei giustificata così..

..E puoi scoprire ogni difetto che gelosamente nel tuo limbo tu nasconderai, celerai, coprirai, ingoierai, sputerai, scalderai, toccherai, in padella scorderai, infilerai, sfilerai, sbatterai oppure no, guarderai, lo saprai, nasconderai..
..Puoi anche passarci solo sopra le mani e sentire che ci sono, tanto se abbassi lo sguardo senza luce non scruti nulla. E quindi puoi rimanere scoperta finché non decidi di far entrare anche solo un filo di luce oppure..

..O non lo so..nelle cose che non dici..
..Oppure non lo so...ed io in questo momento davvero non lo so. Semplicemente non lo so..nelle cose che non dico..

E finalmente arrivo a casa, finisce la canzone e finisce il mio viaggio. Quello reale. Quello inconscio è appena iniziato ed io sono qui, coi miei bagagli pesanti più del solito, forse ho capito che sarà lungo ed ho bisogno di tante cose per affrontarlo. Così son partita, c'è qualcuno che si offre di aiutarmi a sollevare le mie valigie, ma non è giusto. Per ora mi sostengo da sola..poi chissà..
Vediamo quando arrivo..soprattutto, vediamo chi sarà alla stazione ad attendermi..

Buon viaggio, a chi non è come neve...

giovedì 5 dicembre 2013

E scrivi mille parole, mille lettere e poi...

Ho aperto un'agendina, ci ho trovato dentro una foto. Bellissima.
Avrà almeno 10 anni, conservata benissimo.
Ci siamo io ed altri 5 ragazzi, nel cortile della scuola elementare, travestiti da nani.
Rido, scatto foto sulla stessa ed inoltro.
Ricevo risate in cambio.

Poi continuo a sfogliare le pagine tutte colorate. Non leggo, so quasi a memoria quello che c'è scritto e non mi va. Tutte cose abbastanza belle, di cui non è che io oggi soffra, ma semplicemente guardo e basta. Non sento il bisogno di approfondire.

Ritrovo anche una lettera, l'ho scritta io, rigorosamente penna nera.
Parlo con qualcuno ma non vi è nome. Sono curiosa, scruto la data, potrei tirare ad indovinare, ma non ne sono sicura.
Cerco ancora qualche dettaglio, non lo trovo. Chiunque fosse il destinatario, comunque, non l'ha mai ricevuta.

Però sorrido. Vorrei davvero sapere per chi fosse.
In realtà ho sempre scritto parecchio. Non solo sui diari che sono un bel po', ma anche in generale lettere e lettere.

E così c'è quella a mia sorella, c'è quella alla mia migliore amica di allora, c'è quella al ragazzo con gli occhi verdi, c'è quella al fidanzatino..

Per me lasciare un segno scritto alle persone che amo, è fondamentale.
Ovviamente se una figura importantissima per noi ci sussurra una frase d'effetto e significativa,
essa non si dimenticherà più.

Ma volete mettere la sensazione che si prova ritrovando un foglio bianco con su due righe scritte a mano?Che magari si credeva perso o di cui ormai si ignorava l'esistenza?

E quindi quella lettera, tra l'altro non troppo elaborata rispetto al modo in cui scrivo di solito, mi ha fatto piacere. Davvero, non per le parole e neanche per la persona che avrebbe dovuto riceverla (e che, pur non ricordando con esattezza chi fosse, sono sicurissima non fosse meritevole di quelle belle frasi); più per l'immagine che mi ha riportato alla testa.

Quel rituale tutto mio, che prevedeva salire in camera, chiudermi la porta dietro, aprire l'armadio, a volte il cassetto, scegliere l'agendina (che molto spesso era quella rosa), scegliere una frase da abbinarci, i colori con cui riempire le righe, sdraiarmi (abitudine che conservo anche per studiare e che non giova alla mia schiena, ma va beh) e cominciare a buttare giù pensieri su pensieri.

Non cambiava mai, ed un po' mi manca.

Però oggi ci ho pensato tutto il giorno; ne ho sorriso parecchio e l'ho riportato qui, così un giorno rileggerò e mi ricorderò di quella lettera in un quadernino destinato a tutt'altro.

E chissà che non mi tornerà in mente la persona cui era dedicata quella letterina.

Una buona serata, a chi non è come neve...

Ps. Oggi il titolo è speciale. Rigorosamente suggeritomi da una persona importante, gliene do atto!Saluti a te :-)