domenica 26 gennaio 2014

..Parla, sogna, balla, continua a cantare..

Mi hanno detto che un anno fa aprivo 'A chi non è come neve'.
Ad averlo ricordato prima avrei lasciato la storia del post precedente per oggi. Sarebbe stato carino.
Avrei cominciato il post-compleanno con
''In tutte le favole le cose belle iniziano con c'era una volta; la mia inizia tra le fiamme di un camino e con un pugno di cenere.''

Invece il piano è saltato.

Allora torno indietro e sorrido delle parole che ho usato al mio primissimo post. Semplicissimo, ma mi ci riconosco ancora, più o meno.

Eh si, perché penso che siano cambiate tantissime cose in questi 365 giorni.
Sono cambiati il tavolo e la stanza dalla quale sto scrivendo; è cambiato il mio modo di vedere le cose; sono cambiate le persone che ho intorno e di fianco; è cambiato il modo in cui scrivo ed in cui scelgo i titoli.

E mica potete immaginare, voi, che questi cambiamenti son dovuti davvero a questo diario virtuale?

Non so, diciamo che essendo un compleanno (che magari 'celebrerò' da sola, non fa nulla) potrei fare qualcosa di diverso e speciale, ma cosa?

Sono così noiosa ed ordinaria che non saprei, quindi vado, scrivo e basta (:

Per una volta potrei dire perché per il blog-anno non ho messo come titolo qualcosa di facilmente riconducibile all'evento, ma una frase quasi casuale.
Magari non è interessante (anzi, certamente non lo è) ma sicuramente è qualcosa che non ho mai scritto. Quindi, preparate i fuochi d'artificio!

In realtà credo che per tutti i post venga prima il titolo e poi il resto. Ed è come se mi dessi una traccia dalla quale sviluppare i miei pensieri. Quindi ieri sera, dopo aver ricevuto il promemoria dal mio personalissimo e multi-competente blog-guard, mi son messa a pensare 'e cosa scrivo?e cosa dico?'. Ed ho scavato nella mia testolina alla ricerca della frase. Quella che mi avrebbe aperto la strada verso chissà quale parola.

Ed in pochissimo tempo l'ho trovata. Do per scontato che immaginiate sia di una canzone di Tiziano. Ho pensato ad un pezzo in particolare, e poi ho estratto la frase meno ovvia ma col concetto (a mio avviso, naturalmente) più forte.


Prendi la tua strada.
Se gli altri guardano il tuo viso con sospetto
è perché ne sanno ancora poco del rispetto.
E tutti vogliono vederti rotolare,
lasciali parlare!

E ti diranno che non sei lo stesso
perché non sanno riconoscerti. 
E ti diranno che sei meno dolce
perché l'amore sa nascondersi

Ma tu...
Parla, sogna, balla, continua a cantare..

E mi ci son trovata, e mi ci son trovata oggi che è un anno, perché mi hanno detto che quello a cui credevo mi aveva rovinata. Perché mi hanno detto che il mio blog era sbagliato. Ed io con lui.

Ma io rido.
Perché non sapevano riconoscermi. Ed io invece si. E lo scrivo oggi. 365 giorni dopo.
Perché ho trovato il mio mondo. Mi sono affacciata a una finestra dalla quale non credevo potessi trovare un panorama così. E non lo credereste neanche voi, forse. E non lo ha creduto neanche chi sosteneva di avermi riconosciuta tra 100.000 persone. 

Mi hanno detto di cambiare, di tornare indietro verso una strada che non mi è mai appartenuta davvero. Dentro una pelle che mi stava stretta e poco mi si addiceva. Io ho sorriso, mi sono spogliata e mi son trovata già coperta di me stessa. Li ho lasciati parlare.

Ho ripreso le mie righe, le mie vie, il mio modo di dire e non dire perché non volevo, non perché non potevo, ed ho continuato a cantare.

Eccola la scena che ho visto per festeggiare 'A chi non è come neve'.

Una bella persona che ha il viso rigato dalle gocce, non dalle lacrime, di una pioggia, sotto la quale 'parla, sogna, balla, continua a cantare' nonostante tutto.

Nonostante tutti.

Ed oggi lo so, lo scrivo semplicemente.

Un anno dopo, sono ancora qui. Non me ne vado, credo a quello che penso. Vedo quello che voglio avere davanti.
Me ne accorgo adesso più che mai.

Io continuo a non essere come neve.




venerdì 17 gennaio 2014

Spettatori di una scena, ci facevano un po' pena

Vi è mai capitato di svegliarvi in un momento in cui non stavate concretamente dormendo?

Perché un pomeriggio io mi sveglio e ricordo.

Ricordo tutti quei quaderni e quei diari nel mio cassetto, ed allora ne cerco uno. Quasi disperatamente, perché so che non c'è.

Ho sempre scritto qualsiasi cosa ovunque. Quaderni e diari pieni di frasi, di citazioni, canzoni, colori, pensieri, a volte lacrime. E non so se li riempivo più per sfogarmi o più per ricordarmene sempre e per sempre. Però lo facevo.

E l'ho fatto, più o meno nel periodo fine medie-inizio superiori, su un diario con la copertina rossa e con dei personaggi della Disney (molto meno bimba di quanto non sembri, ma anche fosse stato così, non me ne sarebbe importato comunque nulla). E' sempre rimasto li, lo riprendevo per scriverci qualcosa ogni tanto, nelle poche pagine ancora vuote perché intanto avevo iniziato a scrivere su un'altra agendina più nel mio stile. Più colorata, meno schematica, cui avevo cercato di dare uno stile un po' più da 'fantasia vola via'. L'importante era sapere che comunque quel diario, MIO, c'era, era li perché avevo voluto così.

Passarono circa due anni, in cui io non rilessi quasi mai quelle righe, però mi sembrava una cosa carina condividerle con la persona che in quel momento mi stava accanto. Quindi una sera apro il cassetto e gli dico 'questo è quello che mi è successo quando noi non ci conoscevamo'.
Legge, sfoglia, chiude.
Decide che quello che trova non deve più avere traccia nella mia vita, o almeno non tra quelle righe, e così di mia (stupida) iniziativa lascio solo la copertina e brucio tutte quelle pagine.

In quel momento non successe nulla in me. Pensai che tanto le cose importanti le avrei ricordate anche senza doverle leggere. E poi, nulla di quello che avevo messo nero su bianco mi avrebbe lasciato un vuoto tanto grande da non poter essere colmato dalla presenza che mi accompagnava ormai da tanto tempo.

E questa convinzione l'ebbi per gli altri anni seguenti.

Solo che in quel pomeriggio in cui non stavo dormendo, mi svegliai.

E decisi che volevo leggere una pagina, tra quelle che non avevo più, appunto. E la volevo leggere non perché ci fosse chissà cosa dentro, ma perché mi resi conto che bruciare quel diario poteva essere riadattato e paragonato a situazioni più grandi e importanti.

Non lo dissi mai, mai, mai a nessuno, né ne feci una colpa alla persona di cui sopra, perché in realtà sono io a decidere per me. Avrei potuto puntare i piedi e difendere con forza le mie ragioni (anche se poi penso non ci fosse motivo per cui difendere nulla, perché nulla c'era da attaccare) come ho sempre fatto per tutto il resto.  Ed invece no, e non mi chiesi neanche mai il perché.

Ed è strano che quel diario mi sia ritornato in mente adesso, dopo più o meno 3 anni da quel risveglio. Ed è ancora più strano il fatto che me lo sia ricordato guardando un'immagine del tutto fuori contesto e che ho spesso avuto a portata d'occhio.

Però oh, è un po' come quando scelgo i titoli per i post. Un po' slegati, sempre detto, ma nella mia mente il perché c'è sempre.

E questa volta non fa eccezione.

Penso (ma posso anche sbagliare senza rendermene conto) che questo sia uno dei pochissimi post in cui ho descritto bene, senza troppi nascondigli, un qualcosa di importante che mi è capitato. Una situazione concreta. Però mi rendo conto che il vero motivo, quello che ho bruciato insieme a quel diario anni fa, non ci sta qui. Visibile.

Me lo tengo per me, non per egoismo. Semplicemente non riuscirei adesso a dargli la profondità che vorrei avesse. Che merita.

Però sorrido. E' per quelle fiamme che aprii il blog.

Certo, mi piace scrivere e quale mezzo migliore di questo per esprimersi e magari incontrare (ciao babbonchio) persone che condividono con te pensieri ed opinioni? Però io lo so perché ho aperto 'A chi non è come neve' e non ho preferito scrivere su un nuovo diario, su un quaderno ben nascosto, o su un pezzo di carta dentro il portafogli.

Lo so, lo sento, lo tengo per me e mi piace. E forse un giorno lo scriverò senza metafore. E forse un giorno lo saprà anche chi dovrebbe saperlo.

Non me lo sarei mai aspettata.


E se pensate che anche la canzone sia casuale, sbagliate. E se pensate che però sia una dedica, sbagliate ancora.

Semplice.

Una buona giornata, a chi non è come neve...













sabato 4 gennaio 2014

Tutti quanti con il drink in mano, e sotto come va?

La prima uscita dell'anno, nonché la prima dopo veramente tanto tempo, è avvenuta con le ultime persone che mi aspettavo di vedere.

Erano veramente anni, quasi 7, che non avevo contatti con questi ragazzi, queste persone, che credevo sinceramente ci avessero rimossi dai loro pensieri. Invece basta un 'gruppo virtuale', un messaggio e pochi giorni dopo è già tutto pronto.

Così i ragazzi fanno i cavalieri, ci vengono a prendere a casa, ci preparano la cena, ci ospitano e ci ritroviamo a parlare dei vecchi tempi. E riaffiorano nomi di vecchi compagni che non si sa più che fine abbiano fatto, altri che si stanno per sposare (forse prematuramente, chi lo sa), altri ancora che studiano lontano.

E poi tornano le vecchie cotte, quelle da bambini che ricordiamo ridendo; le occasioni perse in questi anni che non ci siamo visti e sentiti, e quelle colte al volo; le materie mai più studiate e i professori tanto presi in giro. Ci infiliamo anche discorsi di poca delicatezza, ma infondo nulla di illecito.

Finiamo la cena in fretta e ci dividiamo tra le due macchine. Così i ragazzi, io e un'altra nostra compagna andiamo verso la destinazione prefissata e le altre due ci raggiungono subito dopo. Inutile riportare i dialoghi avvenuti nel frattempo. Riportiamo semplicemente che la ragazza che era insieme a me è sempre stata la più presa di mira durante questi anni d'oro.

Così passiamo un'ora sulla pista di ghiaccio, e partono i video, le giravolte, le cadute da figuraccia per eccellenza. Ci congeliamo un po', ma ne vale la pena.
Optiamo per il bowling, ci dirigiamo stavolta con una sola macchina, dato che un componente della compagnia ci abbandona prima.
Inizia la nostra partita che io perdo (neanche troppo umilmente) causa le imprecazioni di uno dei due tipi che, tra l'altro, ha anche il coraggio di farmi un video per prendermi in giro.

Terminiamo a tarda ora, raggiungiamo il centro commerciale chiuso perché riteniamo che li ci sia la giusta luce per le foto da scattare, che tanto vengono tutte mosse e sfocate. Continuiamo il viaggio verso la parte opposta alla nostra città, paradossalmente, per imboccare la strada che invece ci riporterà a casa più rapidamente.

Ridiamo per questa strada un po' pazza, che ci costringe, in pratica, a imboccare quasi l'autostrada per poi fare un giro strano che va a finire poco prima di casa mia. Ci diciamo (OVVIAMENTE e CHIARAMENTE) scherzando che dovremmo fermarci nel mezzo della galleria per farci due foto in viaggio. Scegliamo anche la canzone adatta che ci dia l'idea dei videogiochi in cui la macchina sta per prendere il volo mentre percorriamo una strada poco ripida.
Arriviamo quasi a destinazione, ma per imboccare la via verso casa mia dobbiamo continuare, ancora una volta, dalla parte opposta, passare una rotonda (e qui uno dei ragazzi propone simpaticamente di fare altre 5 volte il giro intorno alla stessa) e tornare indietro.

Ne ridiamo e ne rido ancora ora, perché leggendo quello che ho scritto penso 'ma mi crederanno sul fatto che davvero esiste sto percorso?'.

Arrivo a casa, quindi, verso le 2 e rimaniamo altri 15 minuti circa fuori dal mio garage a parlare di non so cosa, con l'autista che mi scrocca anche una bottiglia d'acqua.

Faccio i conti con tutto quello che è successo durante la serata, mi rendo conto che indietro ho lasciato tante cose. Non cambierei assolutamente nulla, assolutamente. Son stata più o meno sempre felice, ma forse avrei dovuto lasciare esperienze più grandi ad un'età più adatta.
Ma ormai ci siamo, quello che non ti uccide ti fortifica, e comunque andrà sarà sempre qualcosa che mi porterò dentro al cuore, senza rimpianti, senza rimorsi. Senza dolore.

Ringrazio i miei amici per la bellissima e divertente serata..

..Ringrazio chi mi ha detto che alla mia età non si piange e basta.


Quelli come me si va finché ce n'è
ma è come se non venisse mai il
momento. Con quei progetti li e quei
difetti li che ci fanno stare più contenti..


Una buona serata, a chi non è come neve...

giovedì 2 gennaio 2014

Hai tutto tra le mani e tutto è trasparente

Il primo Capodanno del mio blog!
E ci sta bene un resoconto!
Da dove iniziare?

Ho aperto 'A chi non è come neve' proprio a Gennaio; ho avuto la prima sessione d'esame universitaria, quindi figuratevi emozione mista ad ansia; ho cambiato la prima volta casa insieme ai miei coinquilini, uno spasso. Ho conosciuto il pronto soccorso della città in cui studio; ho guardato per la prima volta in vita mia il Titanic per intero e me ne sono innamorata; ha compiuto gli anni Tiziano Ferro (... *.* ...).

Ho scoperto la vera natura della maggioranza delle mie colleghe; ho rivisto dopo moltissimo tempo i miei amici delle superiori; ho litigato (tacitamente, dato che le motivazioni sono sconosciute a me) con quelli che ritenevo più vicini a me; ho fatto una cacchiata che più cacchiata non si può;

Ho conosciuto in modo speciale, una persona molto speciale; Ho compiuto 20 anni e quel giorno ho fatto ore e mille giri per una sim che alla fine ho dovuto riportare allo stato iniziale.
Ho ricambiato casa; ho lasciato quello che, sotto l'aspetto temporale, si può considerare il mio fidanzato storico;

Ho un sorriso tutto nuovo, in tutti i sensi; ho molte meno paure; ho fatto body rafting e trekking; ho conosciuto le mie splendide coinquiline; ho scoperto che quella che nascerà sarà una nipotinA *.*

In realtà la lista sarebbe lunghissima, soprattutto per quanto riguarda i punti non materiali e concreti. Ma a doverla stilare, servirebbero dettagli precisi e situazioni particolari che a me non piace troppo esplicitare quindi penso che nel corso del nuovo anno potrei tirarli fuori cripticamente come piace a me. Anche se poi, obiettivamente, qui e li c'è poco di nascosto, ma va benissimo così.

Poi, di solito, con l'anno nuovo si fa anche la lista dei buoni propositi, ma io in realtà non credo di averla mai fatta. Anzi, mi ricordo che nel 2009 si, mi son data un obiettivo, ho detto 'io lo voglio' e l'ho pure raggiunto bene.

Il bello è che, a volte, neanche noi sappiamo quello che vogliamo. O meglio, quello che crediamo di desiderare poi si evolve, si modifica, cresce..e ci stiamo stretti. Ed allora tocca adeguarci alle nuove richieste del nostro cuore e ci dobbiamo appellare al coraggio che celiamo dentro, per non soccombere a noi stessi.

E questo nel nuovo anno me lo son portato dietro. Il cambiamento. Io che son sempre stata un'abitudinaria e che ho mal sopportato diverse nuove situazioni, ho mosso per prima il passo verso qualcosa di sconosciuto, di tanto rischioso quanto bello. E mi ci trovo bene. Ci respiro a pieni polmoni come ho fatto uscendo da quella galleria che ancora ora ho davanti agli occhi.

Quella luce che mi ha sorpresa pur comunque io sapendo che ci fosse, è qualcosa che ancora ora si muove dentro lo stomaco e non ne vuol sapere di andare via. Ed io ce la tengo perché quello che ti fa star bene non si dovrebbe allontanare mai.

Ed allora ecco come ho salutato il nuovo anno. Dentro un locale con le mie sorelle ed i miei cognati, con lo spumante che ha bagnato più di una volta il tavolo; con delle parole magiche, le ultime del 2013 e le prime del 2014. Al centro della sala a ballare 'da sola', anche se da sola non lo sono mai.

E va tutto bene. Ci sono nuovi esami da preparare e da dare, e mica solo all'Università. Ci sono nuovi bambini da cullare e viziare. Nuovi sorrisi da conoscere e ce ne sono altri che non vedo l'ora di incontrare pur conoscendoli molto, molto bene.

Se non avessi cambiato nulla, ci sarebbe stato sicuramente un arcobaleno fuori, ma a me piace di più la tempesta e quella ho scelto.

In fondo l'ho sempre detto, io dentro mi porto alte maree, vulcani e terremoti.

Un buon nuovo anno, a chi non è come neve...

E ti ruberò un lieve ti amo e poi..
Risentimento e poi sgomento
rabbia e dopo..
..dopo il vento urla di..
Ci pensi più..a noi.
Tra la foschia...

Tiziano Ferro.