martedì 24 novembre 2015

Tra la partenza ed il traguardo

Il famoso giorno finalmente è arrivato e passato.
Mi sono agitata davvero meno del previsto. La parte peggiore è stata forse l'attesa di due ore in macchina prima di arrivare all'Università con la mia famiglia, Maurizio e le canzoni inascoltabili del CD di papà.

Aspettare non è davvero mai stato il mio forte.

Siamo arrivati con il giusto anticipo ed abbiamo trovato l'aula al primo colpo, perché previdentemente giorni fa avevo fatto un giro di ricognizione. Poi è successo tutto in fretta. Hanno scavalcato l'ordine alfabetico ed io mi sono ritrovata tra le prime. Che non mi è dispiaciuto ma purtroppo mia sorella maggiore non ha fatto in tempo ad entrare e non ha potuto assistere alla discussione. E' stata l'unica nota dolente della giornata e lei si è commossa tanto per il dispiacere.

Ho esposto il mio discorso che ho preparato davvero nel giro di qualche ora, con la voce tremante e la toga svolazzante. Poi finalmente la Commissione si alza in piedi davanti a me e mi proclama dottoressa. 
Mi sono sentita benissimo, felice e finalmente libera.
Indosso finalmente la mia corona d'alloro che all'inizio mi scivola ma poi capisco come fare. 
Occupo la scalinata per le foto con tutte le mie sorelle e tutti i miei cognati, i bimbetti bellissimi e gli amici felici per me (loro assolutamente si). Ed ovviamente con il mio fidanzato.

Penso di venire discretamente bene nella maggior parte delle foto, anche se non so mai che espressione adottare di fronte ad una fotocamera. Ma ormai è fatta. 
Quelle in cui sono uscita male possono essere rimpiazzate da quelle di stasera, perché festeggiare dopo 4 ore di viaggio e senza aver pranzato per l'emozione non ci era sembrata una buona idea.
Faccio giusto in tempo a finire i pasticcini e regalare le bomboniere a chi non ci sarà al mio paese oggi, che inizia a piovere.
I miei capelli ed il trucco ringraziano il tempismo e camminando sul ponte, quando l'adrenalina comincia a finire, mi rendo conto che i miei piedi stanno soffrendo da morire.
Mi arrampico come posso al braccio di Maurizio supplicandolo di prendermi in braccio o fermarci ogni tanto per arrivare alla macchina.

Poi in autostrada scoppia proprio la tempesta e con impazienza conto le ore prima di poter mettere finalmente qualcosa sotto i denti. Tolgo le scarpe e mi accoccolo a Maurizio sul sedile, mentre le canzoni di papà finalmente migliorano.

Mi sento già più snob ma solo per ridere ed infatti, appena indossato il pigiama, ne approfitto per scattare ancora qualche foto incoronata dall'alloro complice mio cognato che 'più abito da sera di questo non si può'.

Sono stanchissima ed alle 23 mi addormento immediatamente. Non prima di essere andata a trovare Maurizio e passare con lui le ultime ore da sveglia della giornata.

Adesso lui è al mio fianco e mi controlla il telefono perché "lui non è assolutamente geloso e non è tipo che fa queste cose, ma ne approfitta mentre io scrivo". Intanto fuori sono cominciati i tuoni ma non mi importa, perché io mi sono laureata, gne, gne, gne.

Tensione apparentemente inesistente mentre andiamo e cravatta tendente al rosso sennò niente invito


Foto da dottoressa in cui sono uscita malissimo ma Maurizio mi sta minacciando



Anche questo non è stato un grande post, ma accontentatevi ho anche un avvoltoio al mio fianco che mi spia ^.^
Buona giornata, a chi non è come neve...

venerdì 20 novembre 2015

Nel frattempo vivo

Nel giro di circa una settimana sono successe tante cose e tutte belle ed importanti, nella mia vita.

Il 10 ho compiuto 22 anni. Ho festeggiato due volte; la prima con una piccola torta condivisa con la mia grande famiglia, la seconda con una torta un po' più grande perché accerchiata da tante persone in più. Preciserei qualcosa, ma a che pro?
Al mio fianco, tra sorelle, cognati e nipotini (che mi hanno rubato il soffio della candelina), quest'anno per la prima volta c'era anche Lui. E' stata una cosa programmata in brevissimo, seppur in cantiere da molto, dovuta ad una circostanza ben precisa.

Oso immaginare quanto sia stato traumatico il suo ingresso nel mondo Calabrese, fatto di cene e pranzi infiniti, buon vino e soprattutto dialetto come se non esistesse altra lingua al di fuori di quella.
Oso perché ho ben presente la sua faccia quando giocavamo al gioco dei mimi e mia sorella si sgolava per urlare le risposte o quella quando i miei bimbi finivano per darsele di santa ragione durante un litigio.

Mi aspettavo un biglietto, dopo la prima sera, lasciato sul comodino con un "è stato bello ma, Paola, non può proprio funzionare" e la finestra aperta testimone della sua fuga verso i monti aspri, ma niente. Ha resistito. E sembra anche voler tornare.

Si, perché circa una settimana fa ho fatto una scoperta che lì per lì mi ha terrorizzata: il 23 mi laureo.
Grande gioia perché posso dire di aver finito praticamente in tempo e perché potrò iniziare tranquillamente la specialistica, ma altrettanta paura nel rendermi conto di non avere davvero nulla di pronto. Tanto è vero che la tesi rilegata la ritirerò oggi (che anche qui, grande sfiga, ma che ci importa).

Più che sentirmi proclamare finalmente Dottoressa, ci sono 4 cose che aspetto elettrizzata di questo pomeriggio che è alle porte.

1. Vedere i miei invitati (intendo proprio gli uomini) tutti insieme, perché sono stata un po' egocentrica ed ho deciso di imporre loro un indumento comune: la cravatta rossa. Rossa come il sangue buttato su quei libri, aggiungerei poco finemente, eheh. Rossa come il mio vestito, pure.
E pare che tutti mi abbiano accontentato. La mia famiglia e Lui sicuramente. Ma in realtà sono asociale e non è che avrò chissà quante persone a festeggiare con me. Poche ma ottime (quasi tutte, ma shhhh);
2. Vedere Papi e Sasi vestiti da ometti. Anche per loro l'obbligo della cravatta rossa, solo che per nanetti è più difficile la ricerca, quindi sono stati graziati.. ma non vedo comunque l'ora di vederli vestiti come due perfetti damerini. Per quanto riguarda Lulla..beh, lei è sempre una nanetta elegante, mica solo alla laurea;
3. Indossare la corona d'alloro. Non lo so, è una cosa che non vedo proprio l'ora di fare, anche se ero fortemente indecisa tra quella ed il tocco. Spero i miei colleghi decidano di indossare anche la toga (che io sappia si fa o tutti o nessuno) perché quella del mio dipartimento è strepitosa;
4. Far leggere i ringraziamenti che ho scritto nella tesi alle persone cui sono rivolte. E' una cosa molto da me che non ho potuto fare a meno di mettere. Ho scritto davvero un pensierino personale solo a chi so sarà felice per me quel giorno, mentre ho volutamente escluso chi, fingendosi mio amico, ad ogni occasione utile ha cercato di mettere il dito nella piaga. Spero noti la mancanza e si faccia un esame di coscienza.

Ho premesso che le cose erano 4, ma ne aggiungo una quinta optional.
5. Se quel giorno mi prenderà particolarmente bene, rinfacciare che IO mi sono laureata a chi, come scritto nel punto appena su, ha solo fatto finta di sorridermi ed intanto so benissimo non è stato mai dalla mia parte.

Per il resto non penso che questo mio post sia stato indimenticabile o indispensabile, ma ci tenevo tantissimo a farvi sapere tutto, almeno a grandi linee.
Magari tra qualche giorno vi farò vedere qualche foto (ma Maurizio non autorizzerà mai la diffusione del suo viso ihih, quindi mi toccherà porvi rimedio in qualche modo alternativo. Magari taglio a tutti la testa e vedrete solo il mio tubino e le cravatte :-P).

Per il momento vi saluto e vi penserò mentre cercherò di non cadere dai tacchi davanti alla commissione.

Una buona giornata, a chi non è come neve...

sabato 7 novembre 2015

Da dono solo l'atmosfera

Premeva dirvi che il post precedente non è tratto da una storia vera, quanto dal mio modo di vivere in generale. Giusto per non screditare la veridicità della persona che mi circonda.

La mia voglia impellente di scrivere sembra si sia dissolta nel giro di un paio di post, nonostante di cose da dire ne avrei. Il discorso laurea si è accampato da una parte e contemporaneamente è corso in fretta, troppo in fretta, per chi come me ha un bisogno costante di controllare tutto e tutti. 
Quindi solo per essere precisi il più possibile: per problemi che non sto qui a spiegare, la seduta dovrebbe iniziare questo lunedì ed io non so ancora se posso parteciparvi.

Il mio post inizia qui.

Ho sempre pensato che mi stia meglio l'aria arrabbiata che quella triste. Non tanto per autodifesa, quanto per gusto estetico. L'ho capito quando, nonostante l'attimo prima stessi piangendo magari disperatamente, di fronte ad uno specchio mi scoprivo quasi automaticamente con gli occhi rossi ma il viso corrugato a mo' di "non so di chi sia la colpa, non mi importa, se questa è guerra che guerra sia!". Che non necessariamente avevo battaglie da combattere. E non necessariamente le ho combattute.

Avevo voglia di qualcosa di fisico, piuttosto che di mentale, quando mi sono chiusa in bagno e mi sono spogliata per entrare in doccia (che detta così è detta nel modo sbagliato, sono sicura, ma non è da intendersi letteralmente). 
Non ho mai amato guardarmi completamente svestita per il mio spiccato senso del pudore ma anche solo per piacere visivo; dal canto mio non c'è nulla di più attraente che vedersi sempre un po' coperta, magari di nero che contrasta bene sulla carnagione chiara e che fa sempre un po' più donna. Così mi ammiro sempre mentre mi spoglio o mentre mi rivesto, piuttosto che, rispettivamente, subito dopo o subito prima. E mi chiedo spesso se mi vedo solo io così come sono o lo specchio mi regala un po' di piacere in più.

C'è Tiziano. Come quando ne sento voglia. Come sempre.

Ho la cattiva abitudine di aprire prima l'acqua calda, piuttosto che quella fredda, perché mi fa più paura un brivido che il rosso della pelle bruciata. Oggi, poi, ho davvero bisogno di sentirmi così sotto e quindi sopporto anche il grado decisamente di troppo pur di avere subito attorno il vapore che riesco a vedere bene nella penombra. Mi piace tanto la sensazione del calore che mi stringe lo stomaco e che mi inarca la schiena per sopportarlo ancora un pochino meglio.
Poco importa se i miei capelli, portati su per non bagnarli, risentiranno lo stesso di tutto questo caldo.

Chiudo l'acqua solo per colorarmi col bagnoschiuma, e me ne sto a farmi scivolare la pelle sotto le mani per un po'. Mi accorgo che una canzone è andata via già solo così, mentre mi riprendo da tutti i miei pensieri e dal gioco delle nuvolette che si sono create davanti a me.
Posso guardarmi tranquillamente ancora una volta allo specchio, che riesce a far entrare solo il viso ed il collo, appena un minimo accenno del décolleté e la collana che ho imparato a non togliere quasi mai. Solo per rabbia, a volte, quando sono così carnale da non volere segni di pace addosso.
Sorrido perché mi accorgo di aver dissolto, almeno per quel momento, tutto quello che c'era.

Perché si dice che quando si piange, si piange improvvisamente per tutto quanto sbagliato nel corso di una vita ed allora, se fosse vero, significherebbe correggere allo stesso tempo tutto quanto in un solo colpo.

Mi asciugo e mi rivesto, lasciando ancora correre sul mio corpo quel po' di auto-compiacimento che a volte mi serve per sentirmi me. Che volersi sentirsi unici in fondo è una grande illusione, un grande paradosso. Unici in un Universo così grande?Eppure, allo stesso tempo, sentirsi uguali a tutti gli altri o a qualcun altro è così una grande sconfitta.

Perdo qualche secondo solo per non spegnere la radio nel pieno dell'ultima canzone.
Non l'ho mai sopportata l'idea di tradire così il mio cantante; di lasciargli le parole a metà. 


Mi ricompensa.


Buona notte, a chi non è come neve...

martedì 3 novembre 2015

Il raziocinio toglie l'ancora

Sapete come si dice, vero?
Che ammetterlo è il primo passo verso la guarigione. Ed oggi io voglio guarire.
Non è vero, non vi illudete, non posso assolutamente garantire che la cosa servirà a qualcosa di utile davvero.

Io ho un problema.
Molto più di uno, ma questo è particolarmente radicato in me.
E so già che disapproverete, quindi dai, linciatemi se ne avete il coraggio!
Io sono una persona gelosa. Non gelosa di quelle "amore, con chi sei uscito?", bensì di quelle "l'hai guardata?!Ah, quindi ti piace?!No, quindi hai guardato questo film in cui si vede mezza coscia di quella?!Cosa stai facendo online se non scrivi a me?!"

Diciamo che non sono sempre stata così, eh. Non come lo sono adesso, almeno.
E diciamo che essere una donna del Sud (non potete accusarmi di razzismo, né di parlare per luoghi comuni, ve lo dico) ed essere nata sotto il segno dello Scorpione crea un mix micidiale, soprattutto se consideriamo che al momento la mia storia è a distanza.

Però un 'ma' c'è, perché il ma deve esserci sempre.

La mia è una gelosia particolare: io non sono una di quelle che pensa che il proprio fidanzato sia a fare le notti brave mentre mi dice che sta dormendo; non penso che seriamente possa fare qualcosa di male nei miei confronti con le altre ragazze. Piuttosto è una cosa territoriale; una necessità di controllare quello che è mio, di stabilire bene i confini tra ciò che mi appartiene e che non può essere di nessun'altra ed il resto dell'universo dotato di capacità respiratorie.

Che poi la cosa buffa è che in fondo io ho anche una buona autostima, lo avrete capito ormai: sono una di quelle ragazze che non ha bisogno di mettersi in ghingheri e che può sentirsi bella per sé stessa, non necessariamente per tutti gli altri. E quindi non penso mai sul serio che qualcun'altra possa davvero prendere il mio posto (a meno che non sia io volutamente a lasciarglielo, eh), ma questo non comporta necessariamente che io abbassi la guardia.

Da tutto questo delirio deriva una cosa fondamentale: io non odio le donne, assolutamente no. Non odio le belle ragazze che potenzialmente potrebbero attirare l'attenzione. 

Io odio le ex. 
No, ragazzi, non è un modo di dire, non è per rendere scenico il post. In realtà avrei potuto iniziare e finire il post con questa singola frase.
IO ODIO LE EX.

Non importa che anche io lo sia, per me il discorso non vale, perché io non sarò mai una di quelle che corre dietro a nessuno, tanto meno dietro a chi ho lasciato o da chi sono stata lasciata. Io non ho rapporti con loro, non sono una persona scomoda. Io mi faccio i fatti miei.

Non importa neanche, in realtà, che le ex siano anche esse ragazze che si facciano i fatti propri;
Non importa che siano state storielle di poco conto;
Non importa che siano sparite dalla faccia della terra da anni;
Non importa che siano già sposate, con figli, con la propria vita.

Non me ne frega niente: io le odio così, per predisposizione naturale.

E potrebbero essere state candidate al premio Nobel per qualsiasi cosa, potrebbero aver vinto Miss Universo nella Galassia, potrebbero anche aver scoperto la soluzione per la pace nel mondo: per me saranno sempre stupide e/o brutte e/o inutili.
O antipatiche, come minimo.

E se davvero una delle ex in questione dovesse apparire immacolata, perfetta, meravigliosa io mi trasformerei in una stalker provetto e indagherei così a fondo nella sua vita da scoprire, ad esempio, che non si lava mai o che non si pulisce le orecchie o, ancora, che si imbottisce il reggiseno.

Qualcuno potrebbe accennare, non impunemente, che sono insicura. Che questo è sicuramente indice di una malcelata mancanza di stima verso me stessa e/o che dovrei curarmi.
Ma io, miei cari, vi direi che NO, io non sono insicura: al contrario, io sono così certa di me che, appunto per quello, penso il passato prima di me non dovrebbe assolutamente esistere perché IO sono la scelta perfetta. 
Non vi venga in mente di leggerlo con la vocina stridula da snob, è chiaro che in questo post va usato il tono da persona super simpatica*
Per il dovermi curare, invece, non ribatto saggiamente. Però pensateci, vi giuro che come investigatrice non mi batte nessuno!

Quindi niente, in realtà il post è più un avvertimento per chiunque avesse intenzione di resuscitare dal mondo dei morti, che non si sa mai.

Per il resto avete visto?Sono sopravvissuta al nubifragio, siate felici!

Buona serata, a chi non è come neve...