giovedì 31 marzo 2016

Tra tutta la gente almeno un tuo dettaglio

D'accordo con la data convenzionalmente scelta, ed in barba al fatto che precisamente quest'anno è arrivata in anticipo di un giorno, in quel di Cosenza il primo giorno di Primavera vero e proprio si è fatto vivo il 21 Marzo.
Una giornata a dir poco bellissima.

Un sole quasi estivo, l'aria tiepida, la calma.
Sembrava che anche la gente si fosse messa tacitamente d'accordo e camminasse per strada con il viso rilassato; niente solita corsetta per arrivare alle aule più o meno lontane. Solo una piacevole passeggiata.

Un tatuaggio bellissimo sul braccio sinistro di un ragazzo di passaggio: in grigio e nero il viso di una donna ed una lacrima appena nata dall'occhio bene in evidenza.
Poco dietro una ragazza con un cappottino leggero, dal quale sbucava la testolina di un cagnolino davvero ino.
Sorrisi strappati random da sconosciuti e piccole cose.

Pochi giorni trascorsi, poi, nel mezzo di una tempesta che si è placata solo quando sono arrivata al mio paese e nell'attesa del suo treno.
Tempo volato letteralmente insieme ai sorrisi ed alle urla dei miei nipotini e dei loro amichetti, tra i tanti e buoni dolcetti preparati da mia sorella e le uova di cioccolato collezionate qui e là.
Tempo volato insieme ai miei capricci ed alla dolcezza dei Suoi occhi comprensivi e dispiaciuti di qualcosa in fondo non fatto.
Tempo volato a fare pace con un abbraccio sotto le coperte ed un bacio delicato appena svegli.

E poi tempo trascorso a camminare sotto il sole di Pasquetta, a mangiare i panini ed i tranci di pizza in un parcheggio, ridendo tutti insieme a questa o quella battuta.
Tempo trascorso mano nella mano a guardare tutte gli oggettini in vendita ed a prendermi il cuscino con Tiziano Ferro stampato in bella vista.
Tempo trascorso insieme sul pullman che ci ha riportati, ormai dopo mesi di Sua assenza qui, nella camera che oggi è più che mai incorniciata da..noi.
Foto ovunque, più di sempre, frasi e bigliettini pieni di date ed orari, di anniversari e feste comandate.
Stelle luminescenti come regalo pensato per il mio rinomato amore per la volta stellata ed un angolino giallo/rosso, come omaggio al Suo rinomato amore per la squadra romana.

Piccole gioie strappate ad un orologio che, per ripicca, ci ha rubato un'ora e non ha smesso di sorprenderci neppure al fischio del treno puntuale.
Allo stesso orologio che ora, invece, nel momento della nuova attesa, sembra rimanere fermo ed impassibile.
Ma in fondo..
Non è l'attesa del piacere essa stessa il piacere?

Buona attesa e buon nuovo inizio, a chi non è come neve...

domenica 20 marzo 2016

Ho nuove storie da ascoltare

Dobbiamo metterci d'accordo.
Non va bene che quando sto a casa il cielo è azzurro ed il sole splende beffardo e quando invece ho lezione scende il diluvio universale.
Dopo essere tornata da lezione con l'acqua letteralmente fin dentro i calzini ed aver cercato di attutire i danni della tempesta con una doccia bollente, ho ascoltato Tiziano e canticchiandolo ho sentito che la gola aveva già deciso per me che non c'era più scampo.
Risultato: il fine settimana per me è iniziato un giorno prima.

La settimana che è appena terminata devo dire che non è stata un granché, non solo dal punto di vista meteorologico. Un malumore quasi costante che non so da dove sia spuntato, anche quando mi dicevo "dai, sorridi lo stesso che non fa nulla". Ma ormai sapete come sono.

Le lezioni sono state un po' meno peggio del solito. Non che abbia mai trovato drammatico starmene in solitudine, ma i giorni sono stati almeno più veloci.
Questo fine settimana non sono rientrata alla base: ho risparmiato il viaggio per le vacanze Pasquali ormai imminenti.

E con l'arrivo della Pasqua arriva l'uovo di cioccolato, il compleanno di Sasi, poi quello di Lulla ma soprattutto e finalmente, arriva Lui.
-L'uovo di cioccolata, ovviamente, l'ho già scelto e comprato: il cioccolato non si rimanda mai ed io ho scelto il più buono (sono un'esperta, ormai, dopo tutti questi anni di pratica!);
-Il compleanno di Sasi, che ormai sta diventando un ometto, lo vorrà festeggiare questo Sabato, tre giorni dopo la data vera. Era ed è entusiasta all'idea che potrà festeggiarlo veramente con tutti: zii, cuginetti, amichetti, ecc.;
-Il compleanno di Lulla, che in realtà è il primo di Aprile e per cui dovrò fare un pochino di avanti ed indietro dato che nel mezzo avrò pochissimi giorni di lezione;
-Il suo arrivo, che ormai attendo da un bel pochino e che ora più che mai mi risulta necessario.

Credo che affrontare una storia a distanza sia un gran, bel lavoro, ma che il tutto sia facilitato quando hai accanto un certo tipo di persona e quando, soprattutto, sai che da quel momento in avanti potrai solo avvicinarti a lei, non allontanarti di più.
In un altro momento della mia vita forse non avrei potuto affrontare una cosa del genere nel modo giusto. Immagino sarei andata letteralmente fuori di testa, gelosa come sono poi, all'idea di non poter vedere, di dovermi solo fidare e basta.

Invece le circostanze cambiano tante cose ed anche le persone. O forse le fanno riscoprire, mostrando quello che sono sempre state. O magari, e più semplicemente, è il tempo a migliorarti (o maturarti, come preferite).

Per tutto il resto, chi vivrà vedrà.

Una buona giornata, a chi non è come neve...

martedì 8 marzo 2016

Con tutto quello che uno vorrebbe dire

Delusa. Dalla prima settimana di lezioni. Ma c'è tutto un semestre per recuperare. O al massimo peggiorare.

Il mio entusiasmo per i corsi è andato via, via scemando di pari passo con la mia voglia di scrivere che, fino ad un mese fa circa, tenevo a bada giusto per non ammorbare il blog ma che ho lasciato sfogare tra le pagine dei miei fogli volanti e non. Eppure di cose da dire ne avrei tante, ma proprio tante. Ma questo non significa che debba farlo. O voglia. C'è sempre tempo.

Per descrivere questo momento, questo istante preciso, non necessariamente ieri o domani, ma questo semplicemente, direi che mi sento dentro una valanga. Silenziosa, ho lasciato che tutto quello che avevo taciuto o lasciato da parte perché era giusto farlo, mi trascinasse fino a valle. Così, per facilitare le cose, no?Invece che farmici portare uno alla volta, ho buttato tutto dentro in modo da, semmai, piangere una sola volta per tutto quanto che tante volte per ognuna.

Che poi il concetto di pianto ho cominciato proprio a sopportarlo poco da un po' di tempo a questa parte. Mi hanno sempre detto che i miei occhi anche solo l'attimo dopo non ne portino mai i segni visibili: nessun rossore, nessuna traccia allo scoperto. Ed ammetto che la cosa mi gratifica non poco. Potrei raccontare di episodi infiniti in cui ho pianto alla presenza di altre persone che non se ne sono mai accorte, né prima, né durante, né dopo. E non mi sono mai neanche sentita in dovere di tacciarle di noncuranza o insensibilità.

Il più delle volte le lacrime vengono associate alla tristezza, al dolore, io piango solo per rabbia. La sofferenza, per quanto poi mi affascini un po' per la natura auto-distruttiva che sembra venire a galla ad intervalli regolari in me, non è un sentimento, uno stato, che io abbia voglia o bisogno di associare alla mia persona. Sarebbe come ammettere che qualcuno è più forte di me, tanto da avere il controllo sulla mia capacità di stare bene. E questo, certo, vale anche per la rabbia con la differenza, però, che in quest'ultimo caso possa divertirmi anche io a colpire.

Ma comunque, per quanto ormai io lo abbia fatto, non ho intenzione di incupire il mio post ulteriormente. Tanto tutto si risolve sempre, poi il verso (se andrà bene o se andrà male) non lo possiamo decidere noi fino in fondo, quindi tanto vale ridere e sorridere alle beffe della vita.
E con questa grande perla di saggezza e questo post forse inutile e sicuramente non imperdibile vi saluto.
Sto per andare a tuffarmi in un mare di miei ricordi in cui qualcuno innocentemente ha buttato dentro altro, e siccome ritiene che la cosa sia tranquillamente sopportabile e tollerabile, chi sono io per dire di no?

Semplicemente, senza che un solo angolo del suo volto si muovesse, e assolutamente in silenzio, iniziò a piangere, in quel modo che è un modo bellissimo, un segreto di pochi, piangono solo gli occhi, come bicchieri fino all’orlo di tristezza, e impassibili mentre quella goccia di troppo alla fine li vince e scivola giù dai bordi, seguita poi da mille altre, e immobili se ne stanno lì mentre gli cola addosso la loro minuta disfatta.

Buona festa della donna, a chi non è come neve...